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    Anche La Sapienza nella missione oceanografica di Tara

    5:49 am
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    ROMA – A bordo di Tara, la storica goletta che dal 2020 ha spiegato le vele alla volta dell’oceano Atlantico per studiare la distribuzione dei microrganismi marini, è salito per la prima volta anche un ecologo della Sapienza.

    Daniele De Angelis, ricercatore del Dipartimento di Biologia e biotecnologie Charles Darwin,  applicherà, nell’ambito della missione “Microbiomes, modelli statistici avanzati allo studio della distribuzione geografica dei microrganismi a scala regionale e globale, in relazione a fattori ambientali e climatici. La sua ricerca sarà inoltre rivolta allo sviluppo di indici sintetici che permettano di individuare aree dell’oceano caratterizzate da maggiori livelli di biodiversità microbica.
    “Gli oceani forniscono servizi ecosistemici essenziali all’equilibrio del pianeta – spiega De Angelis –  e molte delle funzioni chiave che svolgono sono regolate da specie microbiche invisibili all’occhio umano. Il microbioma oceanico, la cui biomassa si stima sia quattro volte maggiore a quella di tutti gli insetti della Terra produce infatti ossigeno in quantità quasi pari a quella delle piante terrestri, sequestra carbonio dall’atmosfera e rappresenta la risorsa fondamentale nelle reti trofiche marine”.

    Sebbene negli ultimi decenni siano aumentati notevolmente gli studi volti a comprendere gli oceani e gli ecosistemi marini, ancora non si conosce con precisione quali o quante specie compongono le comunità microbiche, né quali siano le relazioni interspecifiche che potrebbero essere alla base della loro funzione.

    “Questa missione – continua De Angelis – permetterà di raccogliere materiale prezioso che sarà analizzato attraverso tecniche di metagenomica per identificare le specie che compongono il microbioma dell’Atlantico, al fine di comprendere meglio i processi ecologici che caratterizzano gli ecosistemi marini a partire dal ruolo dei microrganismi che li abitano”.

    Tara farà ritorno al porto di Lorient alla fine di ottobre 2022, a quasi due anni dalla sua partenza e con alle spalle ben più di 70,000 km di viaggio, attraverso l’oceano Atlantico e circumnavigando il Sud America, per poi toccare l’Antartide e risalire verso l’Europa lungo le coste dell’Africa. Durante il viaggio sono stati raccolti campioni d’acqua in corrispondenza di specifiche stazioni di campionamento individuate dai ricercatori del progetto AtlantECO, che è finanziato dall’Unione Europea e coinvolge 42 prestigiosi istituti di ricerca e università in tutto il mondo, tra cui la Sapienza, la Stazione Zoologica di Napoli “Anton Dohrn”, il Politecnico federale di Zurigo, l’università federale di San Carlo, in Brasile e l’università di Città del Capo, in Sud Africa.
    Il progetto prevede l’adozione di un approccio olistico nello studio degli ecosistemi marini e si avvale della collaborazione tra fisici, oceanologi, climatologi, biologi molecolari, ecologi ed economisti. L’obiettivo è quello di comprendere la struttura e la funzione delle comunità microbiche in relazione alle minacce del cambiamento climatico e dell’inquinamento da microplastiche, per poi tracciare delle linee guida per la gestione e salvaguardia dell’oceano Atlantico.
    “L’auspicio – conclude Daniele De Angelis – è che i risultati di questa spedizione scientifica possano contribuire in modo decisivo a incrementare la conoscenza dello stato e delle dinamiche che regolano gli ecosistemi marini dell’oceano Atlantico, per promuoverne la salvaguardia”.

    Riferimenti:
    Missione “Microbiomes”: https://fondationtaraocean.org/en/expedition/mission-microbiomes/.

    Progetto internazionale ‘AtlantECO’: https://www.atlanteco.eu/the-project.