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    Collezionismo in Gran Bretagna ai tempi del Grand Tour: presentazione del libro “Enlightened Eclecticism” di Adriano Aymonino

    5:34 am
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    TORINO – La cornice barocca di Palazzo Carignano apre i propri ambienti all’analisi e alla discussione di studi di rilievo internazionale eseguiti nel campo della ricerca storico-artistica. Si comincia giovedì 14 ottobre alle ore 16.30, nel Salone dell’Appartamento di Mezzanotte, con la presentazione del volume di Adriano Aymonino, Enlightened Eclecticism: The Grand Design of the 1st Duke and Duchess of Northumberland, edito quest’anno da Yale University Press. L’iniziativa intende avviare un dialogo tra le peculiarità del nostro patrimonio e alcune significative esperienze europee che, soprattutto attraverso le rotte italiane del Grand Tour, hanno inciso in maniera significativa sulla formazione del gusto e sugli orientamenti della cultura europea. Un modo, dunque, anche per sollecitare occasioni di contatto e confronto tra istituzioni che, seppur operative in contesti diversi, sono impegnate su tematiche pressoché affini in cui i percorsi della conoscenza e della conservazione si intersecano indissolubilmente.

    Alla presenza dell’autore, dopo i saluti di Elena De Filippis, direttrice regionale Musei Piemonte, e Chiara Teolato, direttrice di Palazzo Carignano, illustrano gli esiti delle indagini svolte Liliana Barroero, già docente ordinario di Storia della critica d’arte all’Università degli Studi di Roma Tre, e Alessandro Morandotti, docente di Storia dell’arte moderna all’Università degli Studi di Torino. Il volume focalizza l’attenzione su una delle campagne di mecenatismo e collezionismo più importanti del Settecento in Gran Bretagna, quella condotta per circa mezzo secolo dal primo Duca e dalla prima Duchessa di Northumberland: Sir Hugh Smithson (1712–1786) e Lady Elizabeth Seymour Percy (1716–1776). Attraverso un approccio di carattere interdisciplinare, l’opera esamina le quattro residenze che i duchi fecero rinnovare negli stili più eclettici, Stanwick Hall, Northumberland House, Syon House and Alnwick Castle, le vaste collezioni e la Wunderkammer della duchessa, i monumenti funebri a Westminster Abbey e l’impegno della coppia nella promozione delle arti e delle scienze a Londra. Mecenati di Canaletto, Pompeo Batoni, Joshua Reynolds e Robert Adam, i duchi furono promotori di attività che offrono un punto di vista privilegiato per analizzare il collezionismo e il gusto britannici nel secolo dell’Illuminismo, l’emergere del Neoclassicismo e dello Storicismo in architettura e le dinamiche del Grand Tour. La loro committenza contribuì all’affermarsi del Neo-Palladianesimo, del Rococò, del Neoclassicismo e del Neogotico in Inghilterra.

    Le decadi centrali del Settecento in Gran Bretagna furono infatti fondamentali per lo sviluppo del gusto e delle arti in Europa, sino a sancire il passaggio da un’estetica classicista di carattere oggettivo a quell’estetica più aperta, eclettica e sostanzialmente soggettiva destinata a trionfare nel corso dell’Ottocento. Il volume di Adriano Aymonino delinea così una prospettiva ampia e articolata per comprendere i mutamenti del gusto e della cultura figurativa, nonché alcuni tratti dell’habitus mentale dei cultori delle arti e delle lettere tra Illuminismo ed età contemporanea.

    La partecipazione è gratuita su prenotazione obbligatoria: drm-pie.palazzocarignano@beniculturali.it; 011 5641733-791.

    Copertina volume

    Adriano Aymonino è Senior Lecturer e Director of Undergraduate Programmes nel Dipartimento di Storia e Storia dell’Arte all’Università di Buckingham. Ha curato varie mostre, tra cui Drawn from the Antique: Artists and the Classical Ideal al Sir John Soane’s Museum di Londra nel 2015. Sta lavorando a un’edizione rivista e aggiornata del libro di Francis Haskell e Nicholas Penny, Taste and the Antique, a un’edizione critica della corrispondenza dell’architetto Robert Adam e a un’edizione facsimile dello Studio di molte pietre di Pier Leone Ghezzi. È editore della serie Paper Worlds per MIT Press ed editore associato del “Journal of the History of Collections”.