ROMA – In occasione della Giornata mondiale del rifugiato, Amnesty International Italia ha ribadito come la normativa dell’Unione europea, in materia d’asilo, abbia caricato di responsabilità sproporzionate gli stati membri della frontiera marittima.
Negli ultimi anni, in particolare Grecia e Italia sono state lasciate sole ad aiutare le persone in fuga da guerre e persecuzioni o che cercano scampo dalla tortura in Libia, mentre altri stati membri sono riusciti ad evadere dalle proprie responsabilità di aiutare i richiedenti asilo. La tendenza dominante all’interno dell’Unione europea è stata finora quella di scaricare ogni onere sui paesi di primo arrivo.
Si tratta di un modello ingiusto, i cui risultati sono davanti agli occhi di tutti. Come ha ricordato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, “chi arriva in Italia, arriva in Europa”.
Per Amnesty International Italia cambiare l’attuale sistema non è impossibile. I leader europei che si incontrano al Consiglio europeo in programma a Bruxelles il 28 giugno hanno un’opportunità storica per modificare un sistema di asilo ingiusto che non funziona né per i rifugiati né per i cittadini europei. Questo modello deve essere sostituito con uno equo, efficiente e compassionevole basato sulla distribuzione dei richiedenti asilo tra tutti i paesi dell’Unione europea. Questo cambiamento è urgente. Amnesty International ha lanciato un appello ai leader europei sollecitandoli a lavorare insieme per mettere in pratica un sistema di soluzioni eque, che abbia al centro l’obbligo di protezione e la condivisione della responsabilità.
L’appello è online al seguente indirizzo: https://www.amnesty.it/appelli/bloccati-mare-leuropa-deve-smettere-giocare-le-vite-umane/
Sono inoltre disponibili al link https://www.amnesty.it/pubblicazioni/iwelcome/ una serie di risorse educative scaricabili online, affinché i più giovani crescano con la consapevolezza che i diritti umani appartengono a tutti, anche alle migliaia di migranti e rifugiati che ogni anno cercano di raggiungere l’Europa e il “nord” del mondo, in fuga da povertà, violenze e persecuzioni.