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    GrIG interviene sul progetto di centrale eolica nelle campagne fra Viterbo, Montefiascone e Celleno

    5:37 am
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    CAGLIARI / VITERBO – L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) ha inoltrato (8 novembre 2022) uno specifico atto di intervento nel procedimento di valutazione di impatto ambientale in corso relativo al progetto di centrale eolica “Viterbo Energia” presentato dalla società romana Fred. Olsen Renewables Italia s.r.l. nelle campagne fra Viterbo, Montefiascone e Celleno. Tredici aerogeneratori alti 250 metri, elettrodotti, opere connesse, per una potenza complessiva pari a 33,6 MW.

    Pesantissimo e non adeguatamente considerato l’impatto ambientale cumulativo con numerosi altri impianti eolici e con il progetto per la realizzazione di una centrale fotovoltaica (potenza 40,93 MWp), anch’esso assoggettato a procedimento di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.) in corso, esteso più di 54 ettari nelle campagne e nelle macchie di Falaschino (Bagnoregio), Coste Lombarde (Celleno e Viterbo), Campo Salmo (Viterbo) e Grotte S. Stefano (Viterbo e Vitorchiano), in una zona già aggredita dalla speculazione energetica.

    Il progetto di centrale eolica “Viterbo Energia” appare non autorizzabile anche perché in violazione della fascia di rispetto di sette chilometri dalle aree tutelate con vincolo paesaggistico o culturale (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), fascia di rispetto prevista dall’art. 6 del decreto-legge n.  50/2022, convertito con modificazioni e integrazioni nella legge n. 91/2022.

    A ridotta distanza dalla zona di protezione speciale (ZPS) IT6010008 “Monti Vulsini” dalla zona speciale di conservazione / zona di protezione speciale (ZSC/ZPS) IT6010009 “Calanchi di Civita di Bagnoregio”, tutelate ai sensi delle direttive n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e seminaturali, la fauna e la flora e n. 09/147/CE sulla salvaguardia dell’avifauna selvatica.

    Quelle tredici pale eoliche sono alte ben 250 metri, visibili da svariati chilometri di distanza, a breve distanza dal borgo medievale di Montefiascone e dalla sua Rocca dei Papi.

    Le ubicazioni proposte rientrano in un contesto paesaggistico e storico-culturale di primario interesse, essendo la Tuscia uno dei paesaggi culturali più importanti d’Italia.

    Non si può che ricordare che la speculazione energetica, purtroppo da anni, ha aggredito la Tuscia: secondo dati non aggiornati, siamo di fronte a ben 51 progetti di campi fotovoltaici presentati, in parte approvati e solo in minima parte respinti in pochi anni, complessivamente oltre 2.100 ettari di terreni agricoli e boschi.

    Analogamente sono ormai numerosi i progetti di centrali eoliche presentati o già in esecuzione. Terreni talvolta affittati, spesso espropriati a bassi costi, talvolta nei demani civici.

    Centinaia e centinaia di ettari di terreni agricoli e boscati stravolti dalla speculazione energetica, senza che vi sia alcuna assicurazione sulla chiusura di almeno una centrale elettrica alimentata da fonti fossili.

    La realizzazione di questi progetti energetici snaturerebbe radicalmente alcuni dei più pregiati paesaggi agrari della Tuscia con pesanti impatti sull’ambiente e sui contesti economico-sociali locali. Stupisce, infatti, l’assenza di alcuna seria e adeguata analisi preventiva sugli impatti negativi anche sul piano economico – sociale di decine di migliaia di ettari di paesaggio storico della Tuscia sulle attività turistiche.

    La Provincia di Viterbo negli ultimi anni ha detenuto il non invidiabile primato per il consumo del suolo per abitante (rapporto ISPRA sul consumo del suolo 2019), 1,91 metri quadri per residente rispetto alla media regionale di 0,47 e nazionale di 0,80.

    Consumo del suolo che va in direzione opposta agli obiettivi tanto decantati della transizione ecologica. Evidentemente poco importa il consumo del suolo, in fondo sono solo pascoli, terreni agricoli, robetta così. Il GrIG, insieme ad altre realtà ambientaliste e culturali, si oppone da anni alla speculazione energetica nella Tuscia (e non solo) con azioni legali e di sensibilizzazione. Gli impianti produttivi di energia da fonte rinnovabile andrebbero ubicati in aree già degradate, in zone industriali, nonché con l’utilizzo dei tetti e coperture di edifici già esistenti. Stop alla speculazione energetica, stop alla sottrazione dei suoli agricoli e boschivi, stop al furto ai danni delle collettività locali dei terreni a uso civico!

    Stefano Deliperi, p. Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)