GROTTE DI CASTRO (VT) – Sabato 16 giugno, alle ore 11.30, verrà aperto al pubblico, dopo un lungo intervento di restauro e valorizzazione finanziato con fondi della Regione Lazio e condotto dal Comune di Grotte di Castro d’intesa con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale, un ampio settore del sepolcreto di Casale – Centocamere, riferibile alla necropoli sud-occidentale dell’importante città etrusca che sorgeva sul colle della Civita e che costituì, tra il VII e il VI sec. a.C., il centro più rilevante nel territorio compreso tra il lago di Bolsena e la media valle del Fiora. Attraverso il controllo diretto sull’antichissimo itinerario che univa la costa tirrenica all’Etruria interna, la città è stata un importante snodo di influssi culturali e di traffici, primo fra tutti quello dei minerali destinati all’attività metallurgica, tra il versante orientale del lago, l’area tiberina e falisca e la valle del Fiora. Dei vasti sepolcreti che circondavano l’abitato antico, oggetto di scavi irregolari nel corso del 1800 e di vere e proprie depredazioni massive in anni a noi più vicini, la necropoli di Casali Centocamere, sorta lungo la via che conduceva al lago, rappresenta una delle realtà archeologiche di maggior interesse per numero e complessità delle sepolture. Da questo nucleo sepolcrale provengono infatti le più antiche tombe a camera del comprensorio, individuate dalle indagini svolte, tra il 2008 e il 2010 dalla Soprintendenza, sotto la direzione sapiente del funzionario incaricato, Enrico Pellegrini, cui si deve anche il presente progetto di valorizzazione, in collaborazione con i volontari del Gruppo Archeologico Castrum Cryptarum.
L’apertura al pubblico della necropoli di Casali Centocamere costituisce un nuovo, importante tassello nel processo di configurazione del Parco Archeologico dedicato all’importante centro etrusco sorto sulla Civita, che taluni identificano con la città dei Salpinates ricordata da Livio: avviato nel 1985 per volontà dell’Amministrazione comunale e della Soprintendenza, con l’apertura dell’area archeologica di Pianezze, dedicata all’importante necropoli meridionale, la cui gestione è affidata al comune, ha trovato altre due tappe fondamentali nell’istituzione del Museo Civico, avvenuta nel 1993 e nell’allestimento del nuovo Museo Civita realizzato nel 2012 all’interno del rinascimentale Palazzo del Vignola.
L’impegno della Soprintendenza e dell’Amministrazione locale è quello di perseguire la conoscenza, la salvaguardia, la valorizzazione e la fruizione dello straordinario patrimonio archeologico legato all’abitato etrusco sorto sul colle della Civita, il cui territorio, oggi diviso amministrativamente tra i comuni di Grotte di Castro e di San Lorenzo Nuovo, ci auguriamo possa confluire presto in un’unica realtà di Parco che assicuri una efficace azione di tutela e di valorizzazione e contribuisca, come attrattore culturale, allo sviluppo economico e sociale del territorio. Intervengono all’evento inaugurale il Sindaco di Grotte di Castro Piero Camilli, la Soprintendente Arch. Margherita Eichberg e la funzionaria archeologa responsabile per il territorio Maria Letizia Arancio.