Homepage ROMA & PROVINCIA La Parata degli Yōkai: creature soprannaturali dal Giappone

    La Parata degli Yōkai: creature soprannaturali dal Giappone

    5:38 am
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    ROMA – Fate largo, lasciate passare “La Parata degli Yōkai: creature soprannaturali dal Giappone” mostra realizzata da The Japan Foundation in itinere mondiale. L’evento si sta svolgendo all’Istituto Giapponese di Cultura in Roma ed è a cura di Yumoto Kōichi, in collaborazione con Yumoto Koichi Memorial Japan Yoaki Museum (Miyoshi Mononoke Museum). L’obiettivo dell’esposizione è quello di presentare la cultura giapponese degli yōkai che arriva ai giorni nostri attraverso dipinti su rotolo e stampe-broccato nishiki-e in primis, per poi traslarsi nei diversi media, come giocattoli o film. Gli yōkai giapponesi appaiono pure in innumerevoli racconti, personaggi ad hoc per esprimere le forze soprannaturali, per provocare sorpresa o incutere timore. Con il passare dei secoli e lo sviluppo della società moderna, gli yōkai sembrano avere perduto l’iniziale allure orrifica a favore di un’immagine più rassicurante. Il Giappone possiede ancora forte tuttavia l’interesse verso i kaidan, racconti di fantasmi e storie del soprannaturale, soprattutto in estate, quando gli yōkai  imperversano in Tv e nei teatri dell’intero paese. La Parata degli Yōkai pone l’accento sulla popolarizzazione dell’universo di mostri-spettri&co, invitando la platea internazionale ad avventurarvisi ed esplorare la profondità dell’immaginario horror del Giappone di tutti i tempi. Il titolo si ispira all’omonimo tema classico dell’iconografia yōkai, il cui più antico esempio giunto fino a noi è il dipinto su rotolo di epoca Muromachi (1336-1573) attribuito a Tosa Mitsunobu.

     

    Informazioni:

    mostra a cura di Yumoto Kōichi

    in collaborazione con Yumoto Koichi Memorial JAPAN YOKAI MUSEUM (Miyoshi Mononoke Museum)

    organizzazione generale: Hotta Miki e Maria Cristina Gasperini/Istituto Giapponese di Cultura in Roma

    testi/comunicazione/traduzione: Maria Cristina Gasperini

    Allestimento: Akiyama Nobushige

    Orari 12 luglio – 22 ottobre 2021

    LUGLIO lunedì – venerdì 9.00-12.30/13.00-16.30

    AGOSTO chiuso al pubblico

    1 settembre – 22 ottobre lun – ven 9.00-12.30/13.30-17.00

    Istituto Giapponese di Cultura in Roma Via Antonio Gramsci 74 00197 Roma telefono 063224754/94.

    La mostra è composta da 4 sezioni/capitoli:

    Capitolo 1. LO SPETTACOLARE UNIVERSO DELLA PITTURA YŌKAI SU ROTOLO 

    I rotoli dipinti a tema yōkai su carta washi – talora lunghi oltre dieci metri – sono un chiaro esempio di quanto il mondo delle creature soprannaturali abbia affascinato e continui a farlo, il pubblico giapponese e non. Uno dei più noti è lo Hyakki Yagyō emaki, il dipinto su rotolo LA PARATA NOTTURNA DEI CENTO DEMONI. Come suggerito dal titolo, una moltitudine di mostri sono rappresentati nel loro mondo vitale e sgargiante, che si offre a mille divagazioni e categorizzazioni. Oltre ai prodotti delle epoche precedenti importanti come lo Hyakki Yagyō emaki, durante l’epoca Edo compaiono differenti nuovi dipinti su rotolo a tema yōkai. Tante le opere: da quelle umoristiche che raffigurano le creature con sembianze e abitudini umane – matrimonio, nascita e altro – a prodotti simili a libri illustrati con pagine dedicate a ciascun singolo mostro. Si trovano inoltre esempi di rotoli ispirati a leggende locali, alcuni a firma di artisti affermati, altri di non considerevole valore. La varietà e la quantità delle opere prodotte è la prova della vasta proliferazione dei rotoli yōkai durante l’epoca Edo.

    Capitolo 2: L’ULTRACOLORATO MONDO DEGLI YŌKAI 

    Lo sviluppo della cultura editoriale indotto dai progressi delle tecniche xilografiche di epoca Edo apporta benefici alla vita quotidiana in ambiti come educazione e intrattenimento. Negli stessi anni l’Europa vive l’inizio di una nuova era all’alba della Rivoluzione Industriale e di quella Francese, mentre la dinastia dei Qing scricchiola per le guerre intestine e l’avanzata asiatica delle potenze europee. Lo sviluppo delle tecniche di stampa influenza grandemente la cultura yōkai, che esce dai confini della pittura a mano e conosce la vastità diffusiva della riproduzione infinita delle copie. La stampa: economica, semplice, alla portata di tutti. Conseguenze: la domanda cresce e la cultura del soprannaturale diviene molto familiare ai giapponesi. In particolare, le coloratissime stampe-broccato nishiki-e catturano il cuore della gente che fa sempre più richiesta di yōkai nishikie, la cui produzione non fa altro che ampliare la domanda. Circolano stampe di creature e spettri comici, satirici, tutte coloratissime, tutte responsabili della promozione degli yōkai al livello successivo nell’immaginario nipponico del misterioso.

    Capitolo 3: YŌKAI E GIOCHI

    Gli yōkai, originariamente considerati fonte di paura e inquietudine di certo non evocano un’immediata associazione con giochi e attività ludiche. Sebbene non esattamente collegabili dunque, yōkai e giochi sono strettamente in relazione durante il periodo Edo, tanto da favorire la comparsa una nuova progenie di mostri. Grandi metropoli come Edo e Osaka prendono forma, e il loro sviluppo è accompagnato da una domanda sconfinata di prodotti di stampa. All’epoca sono specialmente in voga romanzi d’amore e lavori di fiction illustrati a stampa xilografica. Fenomeni di massa dunque, non difficile da declinare in yōkai, sempre più vicini alla vita della gente che avidamente ne fruisce via stampa. La conseguenza diretta è chei giapponesi non sono più così spaventati dalle creature mostruose della notte, ma iniziano a considerarle presenze familiari, addirittura oggetti di affezione, il che porta inevitabilmente a una nuova immagine, amichevole e rassicurante. Per questo, mostri ammiccanti compaiono sui sugoroku, gioco di scacchiera giapponese, sulle carte karuta e sulle stampe da gioco ukiyoe dette omochae, e altri giochi che via via raccolgono sempre più il favore dei più piccoli. Il Sugoroku si gioca con i dadi, e gli yōkai sono raffigurati sulla superficie su cui avviene il loro lancio, gesto impensabile se questi fossero considerati elementi ansiogeni. Nel caso dei menko, invece, i mostri figurano su carte circolari o rettangolari lanciate al suolo, a riprova che l’immagine – e l’immaginario- degli yōkai aveva subito drastici cambiamenti.

    Capitolo 4: YŌKAI D’OGGI

    Durante l’epoca Meiji, quando in Giappone penetra prepotente la cultura occidentale, gli yōkai diventano oggetto di studio accademico. Il filosofo buddhista Inoue Enryō fornisce una spiegazione scientifica alla credenza negli yōkai, inquadrandoli nella disciplina dello yōkaigaku, per elevare la materia dal mero ambito superstizioso.  Oltre a lui, lo studioso del folklore Yanagita Kunio propone un approccio alla materia attraverso indagine e ricerca del pensiero dei giapponesi e del sostrato culturale soggiacente alla nascita degli yōkai. L’approccio di Yanagita è ancora valido al presente; d’altronde la diffusione dell’immagine di mostri non paurosi nel periodo Edo aveva dato i suoi frutti, e la quantità di gadget e oggetti di ambito yōkai graditi ai bambini arrivano a includere giocattoli supereconomici e dolcetti di ogni fatta. Durante la seconda Guerra mondiale gli yōkai furono abbandonati poichè non necessari, ma subito dopo conoscono nuova notorietà. Appaiono in manga, anime, giochi elettronici e tutti i supporti che la tecnologia ha offerto all’uomo nei decenni recenti. Non solo per bambini, ma per tutti, e anche all’estero: la parata degli yōkai procede inarrestabile, alla conquista di generazioni e paesi.

    Pittura su rotolo, cinque mostri dell’epoca Edo

    Diffusione ed eredità della cultura Yōkai del Giappone, dall’epoca Edo a oggi

    Premessa: gli yōkai sono creature soprannaturali, sono prodotti dell’immaginazione umana scaturiti da paura, disagio e inquietudine verso la natura, le presenze ignote e l’oscurità. Per tale ragione gli yōkai possiedono in genere sembianze grottesche e sinistre, che hanno lo scopo di amplificare tali sensazioni. Quando le informazioni su di loro hanno iniziato a diffondersi largamente tra il popolo, si è verificato il riconoscimento comune di caratteristiche e nomi che ha a sua volta condotto all’individuazione di tratti condivisi per ogni singolo essere. Il passaggio successivo è una resa visuale altrettanto condivisa, e la riproduzione artistica. I dipinti yōkai hanno un impatto dirompente, dato che  esponevano mostri e spettri alla fruizione pubblica, mostrandoli agli occhi di tutti. È così che la cultura yōkai permea gli animi, ponendo le basi per la serena, prepotente invasione dei tempi a venire.

    Le pitture su rotolo giocano un ruolo chiave nella visualizzazione nazionale degli yōkai, forti di una storia che risale all’antica epoca Nara (710–794 DC). Tutte le opere a tema mostri datano attualmente al periodo Kamakura (1185–1333), mentre la maggioranza delle opere esistenti appartiene al periodo Edo (1615–1868). I contenuti tuttavia sono differenti ma si può concludere che i dipinti su rotolo a tema horror conoscono la vetta della popolarità segnatamente nel periodo Edo. Di seguito, alcuni eventi degni di nota da evidenziare, indispensabili al processo di diffusione di tale supporto artistico. Il primo è lo slittamento della figura dello yōkai da ruolo ancillare a protagonista, come nei noti rotoli Shuten-dōji Emaki e Tsuchigumo-sōshi Emaki che hanno continuato ad essere riprodotti fino all’immediato pre-Edo. Entrambi narrano la storia di Minamoto no Yorimitsu (948–1021), prode samurai di epoca Heian (794–1185), e dei suoi quattro luogotenenti impegnati nello sterminio di demoni Oni (“demon”) e Tsuchigumo (lett. Ragno di terra). Il tema dei rotoli è il racconto delle gesta eroiche di Yoshimitsu, che sconfigge demoni e ragno-mostro in posizione narrativa subordinate all’eroe – o antieroe?- centrale. Negli stessi anni compare lo Tsukumogami Emaki, che presenta yōkai in forma di oggetti, ed è realizzato allo scopo di enfatizzare la virtù degli insegnamenti buddhisti. Il rotolo narra la storia di vari oggetti di uso quotidiano, come vecchi tavoli e utensili da cucina, che giacciono accatastati mentre si svolgono grandi pulizie in una casa infestata dagli spiriti. Colmi di rancore contro gli esseri umani e continuamente impegnati in azioni malvage, tali oggetti posseduti sono devoti al Buddhismo e al raggiungimento della Buddhità. Il dipinto mira dunque a trasmettere i sacri insegnamenti in grad di rendere oggetti inanimati capaci di pacificare gli spiriti; vale a dire che gli oggetti infestati sono veicoli della magnificenza di Buddha.

    Il rotolo Hyakki Yagyō emaki (La parata notturna dei cento demoni) è un pionieristico esempio di come lo yōkai acquisisca un ruolo centrale rispetto al passato da comprimario. Il più antico giunto fino a noi è quello a firma di Tosa Mitsunobu (1434?–1525), realizzato durante l’epoca Muromachi (1336–1573) e conservato al padiglione Shinjuan afferente al sito del tempio Daitokuji a Kyoto. A differenza delle tre opere presentate in precedenza, un elemento precipuo del rotolo è l’assenza della figura umana. Compaiono solo, esclusivamente, yōkai. Il soggetto è stato ripreso più e più volte dagli artisti delle due maggiori scuole giapponesi di pittura moderna, Tosa e Kanō. Molti esempi del tipo più popolare sono realizzati in epoca Edo, oltre a tante altre versioni ispirate allo Hyakki Yagyō emaki, a dimostrazione di quanto la parata dei mostri fosse in voga e noto all’intero Giappone.

    Altre creazioni artistische di ambito yōkai  oltre allo Hyakki Yagyō Emaki sono state realizzate nel periodo Edo, dando un forte impulso allo sviluppo della relativa conoscenza, assieme ad altri fattori come lo sviluppo delle tecniche di stampa. Le nishikie, stampe-broccato coloratissime e accattivanti divengono ad esempio un veicolo diffuso ed economico di trasmissione della cultura del soprannaturale nel Giappone Edo. Di conseguenza, l’atteggiamento delle masse verso mostri e spettri autoctoni cambia radicalmente: da creature da temere a figure amichevoli e positive. Un altro cambiamento intervene su supporto e forma: da rotolo e carta la rappresentazione degli yōkai approda alla plasticità tridimensionale. La nuova visione di orrido e soprannaturale emersa negli anni Edo è alla base dell’attuale affezione del popolo giapponese verso le creature stra-ordinarie che ne popolano l’immaginario odierno, in cui sono amate e rese personaggi distinti dall’immagine soft. Per avere un panorama contestualizzato ed esaustivo della situazione, può essere utile un salto indietro nel tempo, alla ricerca dei vari materiali – e delle varie accezioni – che hanno connotato lo straordinario universo degli yōkai del Giappone.

    Yumoto Kōichi

    Yumoto Koichi Memorial JAPAN YOKAI MUSEUM

    Direttore Emerito