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    “La Sicilia e le donne nella monarchia ispanica: connettrici e mediatrici culturali nell’Età Moderna”

    5:39 am
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    PALERMO – In occasione della felice ricorrenza che vede da 15 anni l’Istituto Cervantes (via Argenteria, 33) presente nella città di Palermo, per martedì 30 novembre, è in programma la conferenza “La Sicilia e le donne nella monarchia ispanica: connettrici e mediatrici culturali nell’Età Moderna”.

    L’incontro, che si svolgerà in lingua spagnola con traduzione consecutiva in italiano e in presenza, dalle ore 18.00, presso la chiesa Santa Eulalia dei Catalani (via Argenteria, 19), rientra nel ciclo stabile Donne in lingua spagnola e vede come relatrice la professoressa Carmen Sanz Ayán.

    La monarchia ispanica nei secoli XVI e XVII non era una forma statale unitaria e accentratrice, ma piuttosto un insieme di regni e altri tipi di formazioni politiche collegate tra loro da un legame di dipendenza dallo stesso monarca. In questa singolare struttura si sono generati discorsi di incorporazione e partecipazione in cui i territori siciliani si sono integrati fin dall’inizio. La presenza del viceré e le mobilità transnazionali hanno favorito una moltitudine di legami e scambi familiari e personali, realizzati in alta percentuale da donne. Esse sono state interpreti e strumenti di una Storia del Potere in cui lo scambio culturale, inteso in senso lato, ha acquisito un grande protagonismo.

    Carmen Sanz Ayán è docente di Storia Moderna all’Università Complutense di Madrid e Accademica della Reale Accademia di Storia. Finalista al Premio Nazionale di Storia (1990) Premio Ortega y Gasset per il saggio e le discipline umanistiche (1993) è direttrice del Master in Storia della monarchia ispanica (UCM) (2009-2013). Premio Nazionale di Storia (2014). Titolare, inoltre, delle cattedre Valdeavellano (2019-2021) e Felipe II (2020). Nel 2021 ha ricevuto il Premio Donna di Riferimento dell’AMMD.

    L’ingresso alla manifestazione è libero e consentito previa presentazione del Green pass (Certificazione verde Covid-19).