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    Narni, al Festival della Sociologia tributo a Gallino e analisi sull’ascesa del nazismo in Germania

    8:23 am
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    NARNI (TR) – Al via ieri la quarta edizione del Festival della Sociologia, una due giorni interamente dedicata allo sviluppo di un dialogo costruttivo sulle grandi trasformazioni della nostra società. Il Festival della Sociologia, a Narni (Terni) l’11 e 12 ottobre, vede la partecipazione di molti dei più importanti nomi della sociologia italiana, e non solo, che si incontrano con l’obiettivo di avvicinare il grande pubblico alle scienze sociali.

    Il tributo a Luciano Gallino ha aperto la quarta edizione del Festival della Sociologia a Narni. Gallino è uno dei padri della sociologia italiana, “uno dei più autorevoli, se non il più autorevole, sociologo contemporaneo – spiega Paola Borgna, dell’Università di Torino e vice presidente dell’Associazione Italiana di Sociologia – sicuramente un maestro per molti di noi e il suo pensiero rimane di una straordinaria attualità, forse anche perché è stato un grande anticipatore di temi”. Nato a Torino nel 1927, Gallino è stato uno dei maggiori esperti italiani del rapporto tra nuove tecnologie e formazione, nonché delle trasformazioni del mercato del lavoro. A quattro anni dalla sua scomparsa il Festival della Sociologia vuole ricordare la sua figura dedicandogli l’apertura con un contributo di Renato Grimaldi e Paola Borgna durante la cerimonia di apertura.

    Al complesso periodo che portò in Germania la salita del nazismo è invece dedicato l’intervento, alle 11.50, di Alessandro Cavalli, già professore all’Università di Pavia ed ex direttore della rivista il Mulino. Cavalli ha parlato al teatro comunale Giuseppe Manini. “Anche oggi si parla e si scrive insistentemente sulla crisi della democrazia e forse una riflessione sull’esperienza di Weimar può servirci a guardare al presente con un occhio non schiacciato sulla contingenza”, ha anticipato Cavalli.

    Subito dopo Dario Antiseri e Adriano Soi autori del libro ‘Intelligence e pensiero scientifico’ che affronteranno il tema della sicurezza, perché “Il prezzo della libertà è l’eterna vigilanza”. Un dialogo per capire a fondo il lavoro dell’intelligence in cui scoprire come essa si muova tra arte e scienza e richiede all’operatore competenze e qualità in campi apparentemente molto diversi tra loro ma tutti tesi al medesimo obiettivo.

    La gran parte degli appuntamenti era in programma nel pomeriggio, con lectio e dibattiti su moltissimi temi, dall’immigrazione all’imprenditoria passando dai movimenti di protesta dei gilets jaunes fino ai 150 anni dalla ideazione della tavola periodica degli elementi. A Palazzo Sacripanti, alle 14, si è parlato di rivoluzione digitale a scuola, prendendo in esame in particolare l’esperienza umbra. A discuterne sono stati Mario Morcellini, Maria Mazzoli, Fausto Dominici, Annamaria Amici, Graziella Cacafave, Silvia Bernardini.

    Uliano Conti e Maria Caterina Federici, tutti coordinati da Marco Mazzoni. Al rapporto tra media e terrorismi è stato invece dedicato l’appuntamento in programma a partire dalle 15.45 all’Auditorium San Domenico.

    Ben sei gruppi di ricerca di università provenienti da tutta Italia – Sapienza, Milano Bicocca, Luigi Vanvitelli, Università per Stranieri di Perugia, Suor Orsola Benincasa e Link Campus – si sono incontati per discutere sull’impatto della comunicazione e delle reti digitali sull’insicurezza percepita. “Occorre riflettere attentamente sul nuovo contesto comunicativo/sociale condizionato dal marketing del terrorismo e dall’appello a impossibili risposte securitarie, che di norma producono l’effetto di aumentare l’ansia collettiva”, spiega Annamaria Rufino, della Luigi Vanvitelli.

    Alle 17.40 intervento di Derrick de Kerckhove, professore di sociologia della cultura digitale e marketing dei nuovi media all’Università Federico II di Napoli e considerato uno dei massimi esperti di media digitali. Al centro della sua lectio i tre sensi del senso nell’era digitale: sensazione – direzione – significato. Secondo il sociologo belga, il futuro è la datacrazia, un mondo dove gli algoritmi avranno un enorme potere e dove le intelligenze ‘connesse’ porteranno allo sviluppo di un nuovo tessuto socio-culturale.

    Anche quest’anno grande spazio ai libri, in particolare a quelli che offrono interessanti spunti di riflessione come ‘L’eredità di Bauman. Dal postmoderno al pensiero liquido’ di Carlo Bordoni ed ‘Esistenze rammendate. Strategie di sopravvivenza. Strategie di vita’, di Riccardo Mazzeo protagonisti della sezione LibrInFestival.

    Il festival della Sociologia è anche arte, con istallazioni e performance in varie sedi del borgo medievale. Tra pochi giorni sarà il trentennale dalla Caduta del muro di Berlino e a questo storico evento è dedicata la performance (alle 19.20 davanti l’Auditorium San Domenico) con l’abbattimento del muro costruito in questi giorni da un gruppo di artisti e studenti.

    “Le nuove generazioni devono essere consapevoli della necessità che, per la creazione di società realmente libera, siano demoliti gli odiosi diaframmi che discriminano l’umanità per motivi di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”, hanno spiegato gli ideatori dell’opera Mauro Pulcinella, Ugo Antinori e Roberto Rapaccini. A realizzare le tante opere sparse per la città sono allievi e docenti delle Accademie di Belle arti di Roma e di Perugia grazie al supporto dall’associazione Minerva.