Homepage CULTURA Ningyō: arte e bellezza delle bambole giapponesi

    Ningyō: arte e bellezza delle bambole giapponesi

    5:24 am
    SHARE

    ROMA – Venerdì 5 maggio 2023, dalle ore 18, aprirà al pubblico la mostra “Ningyō: arte e bellezza delle bambole giapponesi”, 65 esemplari per capire che giocare è una cosa seria. L’esposizione si terrà presso l’Istituto Giapponese di Cultura in Roma (Via Antonio Gramsci n.74) e resterà aperta alle visite fino al 9 giugno nei seguenti giorni e orari: dal lunedì al venerdì ore 9:00 – 12:00 e 13:30 – 17:00.

    “La mostra itinerante “Ningyō: Arte e bellezza delle bambole giapponesi” è stata approntata a seguito della fortunata mostra itinerante “Le bambole del Giappone: Forme di preghiera, espressioni d’amore” (2016). Con il titolo Ningyō, che in giapponese significa “forma umana”, la cultura della bambola diffusasi nel corso della lunga storia del Giappone sarà presentata attraverso un totale di sessantacinque esemplari selezionati, suddivisi in quattro sezioni: “Ningyō propiziatorie”, “Ningyō d’arte”, “Ningyō del folklore” e “Diffusione della cultura Ningyō”. Le bambole sono parte integrante della nostra vita quotidiana: ciò vale non solo in Giappone, eppure qui, più che altrove, la varietà e l’accuratezza della lavorazione artigianale, sostenute da un profondo amore per il genere, sono caratteristiche presenti in maniera rilevante. La mostra presenta un’introduzione completa all’argomento, dalle Katashiro e Amagatsu, considerate gli archetipi delle bambole in Giappone, alle varianti locali che riflettono il clima e il folklore di tutto il Paese, fino alle bambole indossatrici, giocattoli molto apprezzati nel Giappone d’oggi, e ai figyuaa in scala, noti a livello mondiale” (intro di The Japan Foundation).

    Renjishi

    Sezione 1. Ningyō propiziatorie

    Sondando a fondo la genesi della cultura delle bambole in Giappone, si approda a riti propiziatori tramandati fin dai tempi antichi. Già nel VII secolo, a semplici figure fatte di assi di legno si affidava la protezione dalla malasorte nell’anno successivo, affidandole poi alle acque dei fiumi. Le Katashiro sono bambole di carta utilizzate ancora oggi nei riti di purificazione dei santuari shintoisti in tutto il Giappone. Amagatsu e Hōkō sono bambole progettate per proteggere i bambini da incidenti e disgrazie. Gli amagatsu in particolare risalgono alla corte imperiale di oltre un millennio fa e ci rimandano all’usanza di passare la fascia del bambino attraverso il braccio della bambola prima di vestirlo.

    Il Giappone da sempre ha offerto cibo in segno di gratitudine agli dei ad ogni ricorrenza stagionale, e dal XVII secolo in poi, uno di questi eventi è stato dedicato alla preghiera per la crescita dei bambini. Il 3 marzo, momento in cui i fiori iniziano a sbocciare, è il giorno per celebrare la crescita delle bambine (Hina Matsuri): un set composto di coppia abbigliata per un matrimonio imperiale circondata da bambole di attendenti di ogni genere e opulenti accessori nuziali, è allestito a ornamento festivo benaugurante.

    Speculare celebrazione si tiene per la crescita sana dei bambini maschi il 5 maggio (Tango no Sekku). Gli iris (Shobu 菖蒲) fioriti e offerti in questo giorno sono stati considerati piante medicinali fin dai tempi antichi, e nel contempo la pronuncia del loro nome in giapponese evocava anche il rispetto per le arti marziali e lo spirito (Shobu 尚 武 ) , rendendoli appropriati per pregare per la crescita sana dei bambini maschi. Modelli di armature e figure di eroi sono esposti l’occasione, mentre dolci di riso avvolti in foglie di bambù o di quercia vengono consumati per augurare il meglio ai giovani protagonisti della festa. Le bambole-eroe più popolari includono Momotarō e Kintarō, entrambi noti per la forza sovrumana e il potere salvifico anti- mostro. Con il passare del tempo le semplici bambole rituali dunque si sono fatte sempre più decorate, originando la tipicità attuale. Molti esemplari sono ancora realizzati con un’alta specializzazione artigianale, dalle parti al monopezzo, nell’ottica della più ampia distribuzione possibile. Da dettagli, processi e storia, si evince che la bambola rappresenta l’incarnazione delle preghiere per i bambini o la buona sorte in generale che, immutate nei secoli, si reiterano di generazione in generazione.

    Takasaki Daruma

    Sezione 2. Ningyō d’arte

    Con l’evoluzione delle tecniche di produzione, attorno al XVII secolo le bambole iniziarono ad essere apprezzate come oggetti d’arte da esposizione. In questa sezione, ne proponiamo esemplari selezionati per varietà di tecniche e cura del dettaglio. Aristocratici e membri della corte imperiale giapponese nutrivano un’affezione particolare per le bambole di alto artigianato artistico. Esemplare emblematico è il Gosho Ningyō, effigie di bambino paffuto, che era spesso donato agli ospiti delle celebrazioni di corte. Pensati per mostrare salute esemplare e adornati di vesti e accessori di buon auspicio, le loro forme sono realizzate in legno e poi rifinite applicando uno spesso strato di vernice bianca ottenuta da gusci di ostriche in polvere, responsabile dell’incarnato raffinato e lucente. I Saga Ningyō hanno invece avuto origine da bambole create da scultori buddhisti. Scolpiti in legno e poi riccamente decorati in oro e vari tipi di vernice con motivi a rilievo, sono considerati cromaticamente stravaganti nel loro uso del colore anche rispetto ad altre bambole giapponesi, e vengono realizzate come opere d’arte piuttosto che come giocattoli. Il genere Nara Ningyō nasce invece da piccole bambole offerte alle divinità durante le feste che si tengono nel santuario Kasugataisha nella prefettura di Nara. Originariamente semplici bambole di legno, lo stile di intaglio è andato raffinandosi e formalizzandosi fino all’unicità attuale. Si può osservare l’estetica unica dei Nara Ningyō nelle forme dei corpi e nelle delicate palette di colore. Ishō Ningyō sono bambole d’arte vestite con indumenti in tessuto. Le figure, realizzate come oggetti da esposizione per adulti del XVIII secolo, sono notevoli per la fattura del vestiario, identica a quella reale, enfatizzata dalla giusta postura nell’indossarlo. Sono note anche all’estero come veicolo culturale di informazione su abiti tradizionali, acconciature e pose teatrali del Giappone.

    Dairibina

    Sezione 3. Ningyō del folklore

    L’amore per le bambole è parte della cultura popolare del Giappone di tutti i tempi. A differenza dalle bambole d’arte, anche senza l’uso di materiali costosi, questi esemplari del folklore giapponese, colorati e divertenti, sono scaturiti da innumerevoli varianti locali. Le bambole del folklore erano realizzate principalmente con materiali economici come argilla, carta e legno. Molti esemplari venivano prodotti durante le pause dal lavoro agricolo e, in forma di occupazione secondaria, erano fonte di sostentamento per le famiglie più semplici. Tra questi, quelli realizzati dipingendo ceramiche non smaltate di argilla comune erano i più diffusi per realizzazione da originale e replicabilità dello stampo.

    Alcune bambole di argilla come Imado Ningyō sono attraenti per le loro forme semplici, mentre altre, come Hakata Ningyō sono più artisticamente raffinate con tecniche di scultura ad hoc. Miharu Ningyō e Takasaki Daruma sono realizzati con strati di carta dipinti. I Miharu Ningyō sono creati con carta washi e raffigurano attori tradizionali Kabuki ed eroi leggendari con dovizia formale e di esecuzione. Cromaticamente interessanti, i miharu rappresentano uno dei principali esempi di bambole di carta. Il Daruma rappresenta il Darumadaishi, o Bodhidharma, sommo sacerdote del buddhismo. Dipinto in rosso, che si ritiene prevenga le malattie, con la base più pesante in modo che si rialzi automaticamente quando viene rovesciato: una caratteristica che incarna un augurio di ripresa. I Daruma sono tuttora molto amati in Giappone, per la convinzione che portino buona salute e prosperità. Tra le bambole in legno, una delle principali è la Kokeshi, un genere emerso nel XIX secolo come souvenir venduto nelle città termali, destinato ai bambini. Per realizzarle si faceva ricorso a tecniche di tornitura del legno e pertanto teste e corpi sono sfere e cilindri, cui sapienti mani conferivano vita donando espressioni serene con tocco leggero di colore rosso, per scacciare le malattie. Le bambole del folklore riflettono così la vita e le atmosfere della gente comune nei loro motivi, materiali e colori, senza trascurare creatività ed estetica del quotidiano.

    Isho-fuji

    Sezione 4. La diffusione della cultura Ningyō

    Cultura, abilità e tecniche si sono raffinate e diffuse in vari ambiti, attingendo anche al mondo delle arti performative tradizionali e alla vita quotidiana, facendosi giocattoli o orpelli all’uopo. Con l’avanzare della modernizzazione del Giappone anche i materiali utilizzati per le bambole sono andati diversificandosi. I Jōruri Ningyō sono grandi bambole utilizzate per il teatro delle marionette tradizionale Jōruri, in cui tre manovratori azionano un singolo personaggio dandogli voce con toni grotteschi. Le espressioni audaci sono pensate per la messinscena, mentre le movenze delicate e pregne di sentimento sono l’incredibile valore aggiunto di queste figure vive e palpitanti. Gli Oshie Hagoita sono pagaie di legno fatte per colpire piccole ghiande piumate, simili a minuscoli volani da badminton, a cui sono apposte bambole di seta in bassorilievo. In genere seguono temi di opere Kabuki e rappresentano attori popolari. Volti espressivi come nei dipinti giapponesi incorniciati da collage di tessuti, si evince lo sforzo – ben riuscito – di esprimere dinamicamente l’azione nei limiti degli stretti confini delle pagaie Hagoita. Nel Giappone attraversato dall’incipiente modernizzazione del XIX secolo, le bambole conobbero una lieve flessione d’interesse, a causa dell’avanzare di nuovi valori allogeni. Furono le circa 13.000 bambole inviate dagli Stati Uniti come regali per i bambini del Giappone nel 1927 che cambiarono questa tendenza: la risposta alla pacifica invasione delle gradite “bambole dagli occhi azzurri” realizzate appositamente negli Stati Uniti, furono le 58 bambole Ichimatsu Ningyō, che rappresentano i bambini giapponesi in abiti tradizionali. Il contributo di Hirata Goyo (1903 – 1981) alla storia della bambola giapponese è stato determinante: l’artigiano adottò un approccio scultoreo basato sull’osservazione della forma umana, elevando il genere a forma d’arte. Il suo lavoro ha aperto la strada a nuovi artisti autori di mirabili esemplari contemporanei. Sullo sfondo della varietà dei percorsi, le bambole giapponesi si sono diffuse nel Giappone d’oggi: Licca-chan (n. 66): prodotta in plastica morbida da Takara Company Ltd. (oggi Tomy Company Ltd.), nel 1967, bambola feticcio delle generazioni a seguire, progettata più piccola e giovane dell’immortale Barbie per incontrare il gusto dell’audience domestica. Nel contempo, la cultura delle figyuaa 3D da collezione, che propone serie di personaggi da manga e anime, si è diffusa capillarmente nel mondo, grazie a milioni di affezionati cultori.

    Nella foto in alto: Kokeshi.