Homepage LE NOVE ARTI Oh, grande benevolenza! grande misericordia! (Sant’Agostino)

    Oh, grande benevolenza! grande misericordia! (Sant’Agostino)

    11:57 am
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    Matteo e Luca cominciano il loro vangelo parlando della nascita e dell’infanzia di Gesù. Per capirli, dobbiamo risituare quelle narrazioni nel contesto del tempo, alla luce di quel messianismo che è il cuore dell’Israele in quell’epoca. Quali criteri faranno riconoscere il Messia, quando verrà a stabilire il regno di Dio? La prova principale che ne danno i profeti è che egli sarà della discendenza di Davide. A riprova che Gesù è veramente “figlio di Davide”, Matteo e Luca presentano perciò ognuno una genealogia. Poco importa che, da Davide a Gesù, esse divergano completamente; poco importa che  Giuseppe sia soltanto il padre adottivo di Gesù (in Israele la filiazione adottiva conta quanto la filiazione carnale); per Matteo e Luca, l’essenziale è affermare che Gesù, è della razza di Davide, cioè che è veramente il Messia. Per testi evangelici, Gesù non è soltanto il Messia discendente da Davide ma anche tutta un’altra realtà. Realtà che viene annunciata benché in modo velato, a Maria; e la risposta di Maria è netta: essa crede che “nulla è impossibile a Dio” (Luca 1, 37). Ciò che viene annunciato a Maria è che essa avrà un bambino, il quale sarà il Messia atteso, ma soprattutto che il regno di Dio e il Messia che deve venire saranno una cosa sola in quel bambino. Per il rigoroso monoteismo giudaico, l’idea di un vero Figlio di Dio è una cosa impensabile, è una bestemmia addirittura. Eppure è veramente questo che i testi affermano, attraverso le espressioni della tradizione giudaica di cui gli autori dispongono. Si può magari contestare la loro testimonianza, non però la loro coerenza interna. Mentre i Giudei attendono un Messia nato da un uomo e poi adottato da Dio, Dio manda un Messia nato da Dio e adottato da un uomo. Maria e Giuseppe sono i primi ai quali viene annunciato questo modo di agire di Dio che sconvolge tutte le loro concezioni e le loro mentalità di persone semplici e vere. Da questo atto di bontà nasce la “pace”. Il bambino di Maria, “principe della pace” (Isaia 9,5), “è la nostra pace, colui che dei due ha fatto un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l’inimicizia, per creare dei due un solo uomo nuovo, facendo la pace, e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce, distruggendo in se stesso l’inimicizia. Egli è venuto, perciò, ad annunziare pace a voi che eravate lontani e pace a coloro che erano vicini” (Efesini 2, 14 – 17).

    Dott.ssa Manila Di Gennaro (Teologa)