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    Presentazione del volume “Franco Spinola e il mare” a cura di Farida Simonetti e di Carola Morozzo della Rocca

    9:39 am
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    GENOVA – In occasione della ricorrenza del 60° anniversario della donazione allo Stato Italiano del palazzo di Pellicceria, grazie alla quale è nata nel 1959 la “Galleria Nazionale di Palazzo Spinola”, si vuole celebrare la figura dei due donatori, i marchesi Paolo e Franco Spinola.

    In particolare, al centro degli eventi proposti sarà la figura di Franco, e il suo stretto rapporto con il mare,protagonista sia del volume curato da Farida Simonetti e Carola Morozzo della Rocca, edito da SAGEP, sia del nuovo allestimento temporaneo della Sala Donatori al piano terra del palazzo, prima sala del percorso di visita della Galleria.

    Grazie ai saggi di Matteo Moretti e Caterina Olcese Spingardi possiamo ripercorrere la vita di Franco, dagli studi presso l’Accademia di Livorno alla sua intensa carriera in Marina,durante le due guerre mondiali, e come ufficiale d’ordinanza onorario del Duca di Genova,e conoscere l’ambiente sociale e il contesto della sua vita mondana alla corte sabauda.

    Pochissimi sono però gli oggetti personali rimasti per cui assumono un particolare rilievo le uniformi, le divise e gli elementi del guardaroba che gli appartennero e che sono conservate presso la Villa di San Michele di Pagana, donata dai fratelli Spinola al Sovrano Militare Ordine di Malta cui si deve la concessione del prestito. Questi abiti sono stati studiati da Camilla Ruffini, scenografa e costumista, cui si deve la loro presentazione nell’ambito del nuovo allestimento della Sala Donatori evocativo dell’armadio, rimasto fermo nel tempo, in cui sono state conservate.

    Grazie alla collaborazione con Carola Morozzo della Rocca e con il Dipartimento di Scienze per l’Architettura è stata però ricostruita la storia della più straordinaria testimonianza personale lasciata da Franco, la sua barca “La Spina”, ritrovata e sottoposta ad un restauro filologico esemplare per riflettere sulla metodologia di intervento per la conservazione delle barche d’epoca. Della“Spina” si presentano i disegni del progetto di costruzione dei Cantieri Costaguta del 1929 e quelli del progetto di restauro dello Studio Faggioni di La Spezia del 2006, oltre a un video e alcuni filmati dell’Istituto Luce e la sua elegante linea è evocata dal mezzoscafo concesso in prestito dallo Yacht Club Italiano. Di questo Club Franco fu figura di grande rilievo, così come il fratello Paolo, sulle orme del padre Ugo, coerentemente con la passione sportiva della famiglia.

    Di questi argomenti si parlerà nel salone del palazzo di Pellicceria giovedì 20 giugno alle ore 16.30: La vita di Franco Spinola, l’Ammiraglio con Farida Simonetti, Caterina Olcese Spingardi, Matteo Moretti; ore 17.30 La Spina 12 -I e il suo restauro Carola Morozzo della Rocca, Stefano Faggioni; ore 18.30 presentazione del nuovo allestimento della Sala Donatori dedicato a Franco Spinola. Ingresso libero fino a esaurimento posti.

    FRANCO SPINOLA, ufficiale e gentiluomo

    Figlio primogenito di Ugo e Solferina Serra, Franco Spinola ricevette un’educazione consona al proprio illustre lignaggio; frequentò infatti scuole private prestigiose, che gli garantirono una formazione coerente con i principi di devozione al trono e all’altare appresi in famiglia. I genitori appartenevano inoltre a un’élite pionieristicamente dedita alle attività sportive; dal padre, socio del RYCI dal 1889 e proprietario di barche, e dal cugino Paolo Pallavicino, futuro autorevole esponente di quel club, gli venne presto trasmessa la passione per la vela. Teatro di questo amore per lo yachting e il mare – corroborato da adeguate letture – fu il Tigullio, dove gli Spinola da tempo possedevano la “principesca dimora” della Pagana. Secondo prassi consolidate in ambito domestico, essa fu per Franco luogo d’accoglienza per ospiti d’eccezione, come Maria Josè di Savoia, che durante le regate del luglio 1931 salì pure a bordo de La Spina, l’elegante yacht costruitogli due anni prima dai cantieri Baglietto di Varazze. Nel periodo tra le due guerre, reduce da rilevanti azioni belliche e carico di onorificenze, molti furono gli appuntamenti mondani che videro Franco protagonista, ampiamente partecipe di una sociabilità esclusiva, coerente con lo stile di vita distinto e peculiare nel quale era stato educato.

    FRANCO SPINOLA, l’Ammiraglio

    Non marchese, non commendatore, ma “Ammiraglio”: così Franco Spinola, ormai anziano, amava farsi chiamare, a testimoniare quanto fosse fiero della sua carriera nella marina. Diciottenne, entrò all’Accademia Navale di Livorno per iniziare poi la sua lunga esperienza su diverse regie navi, come il Puglia, a bordo del quale fece il giro del mondo. Iniziò poi a rivestire ruoli rilevanti accanto ai vertici della marina: prima aiutante di bandiera del comandante in capo della Forza navale del Mediterraneo, poi ufficiale d’ordinanza onorario del Duca di Genova, Tomaso di Savoia. Il legame di Franco con la famiglia regnante andò di pari passo con la sua carriera in marina: fu assieme al figlio di Tomaso, Ferdinando, principe di Udine, durante la guerra italo-turca (1911-1912) e la Grande Guerra. Quando egli divenne Duca di Genova, Franco, capitano di vascello, lo affiancò come aiutante di campo, seguendolo a Venezia. Nel 1936 Franco divenne anche suo “Maestro di Casa”, incarico prestigioso ripristinato apposta per lui. Nominato contrammiraglio nel corso della seconda guerra mondiale, Franco venne poi posto in congedo assoluto nel 1953. Morirà cinque anni dopo, a causa di un malore che lo colpì durante un’uscita in barca, di fronte alla sua villa di San Michele di Pagana: in mare si concluse la vita dell’Ammiraglio, che al mare aveva dedicato tutta la sua esistenza.

    FRANCO SPINOLA: il suo armadio

    Nella Villa a San Michele di Pagana, oggi del Sovrano Militare Ordine di Malta grazie alla donazione di Franco e del fratello Paolo del 1958, si è conservato un armadio, fermo nel tempo, con le uniformi e alcuni oggetti del “corredo” di Franco che l’allestimento della vetrina vuole evocare. Capi del guardaroba del Marchese, testimoni della sua carriera nella Marina Militare, della carica di Maestro di Casa del duca di Genova, della mondanità e vita sociale da aristocratico, firmati dalle sartorie e dai cappellifici più prestigiosi dell’epoca di cui tuttora si apprezzano la precisione della tecnica e la preziosità di dettagli: Prandoni, Milano, Beretta, Galletti, Demata, Borsalino. Ditte che per il loro altissimo e raffinatissimo livello di produzione, furono fornitrici della Casa Reale come di illustri personaggi: Giuseppe Verdi, Giacomo Puccini, Gabriele D’Annunzio, per citarne alcuni.

    FRANCO SPINOLA: “La Spina”, la sua barca

    Franco Spinola fu un appassionato yachtsman, e ricoprì le più importanti cariche all’interno del Regio Yacht Club Italiano. Nel 1929 fece costruire dai Cantieri Baglietto “La Spina”, il primo 12 metri stazza internazionale italiano, il numero velico I-1, per aprire la via verso le grandi competizioni mondiali allo yachting italiano. Terrà quella barca fino al 1938, alternando regate a mondanità, sostituendola poi con “Aria”, 8 mt S.I., numero velico 17, costruita nel 1935 dai cantieri Costaguta per i fratelli Bruzzo. “La Spina”, ritrovata in Spagna nel settembre 2004 in condizioni di abbandono, fu riportata in Italia dall’armatore Federico Cuomo e affidato al cantiere Aprea Peninsula Navis per il restauro, secondo il progetto curato dallo Studio Faggioni Yacht Design di La Spezia: materiali naturali, come il legno e il ferro, usati secondo le antiche tecniche costruttive, grazie a maestri d’ascia di altissimo profilo professionale e il rigore filologico del progetto, hanno riportato “La Spina” allo splendore che la rese una delle barche più eleganti di inizio Novecento.