Homepage ATTUALITÀ Restituita la “biccherna” del pittore Sano di Pietro

    Restituita la “biccherna” del pittore Sano di Pietro

    5:49 am
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    ROMA – Il 6 aprile 2022, alle ore 11:00, presso la Caserma “La Marmora” di Roma, sede del Reparto Operativo dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC), il Ministro della Cultura (MiC), On. Dario Franceschini, ha restituito all’Archivio di Stato di Siena una preziosissima opera, tornata in Italia dalla Germania lo scorso ottobre. Si tratta di una tavola fondo oro c.d. “biccherna”, delle dimensioni di 42×30,5×2 cm, raffigurante la “Flagellazione di Cristo”, realizzata nel 1441 e attribuita al pittore rinascimentale senese Sano di Pietro.

    Alla cerimonia hanno partecipato il Comandante TPC, Generale di Brigata Roberto Riccardi, il Sindaco della città di Siena, Luigi De Mossi, il Coordinatore del Comitato per il recupero e la restituzione dei beni culturali e Capo di gabinetto del MiC Annalisa Cipollone, il Direttore generale Archivi, Anna Maria Buzzi, il Direttore generale Archeologia, Belle Arti e paesaggio Federica Galloni e il Direttore dell’Archivio di Stato di Siena Cinzia Cardinali.

    L’opera era stata segnalata nell’asta Sotheby’s di Londra del 7 e 8 dicembre 2016, lotto n. 22, dalla Direzione Generale Archivi. Dopo una lunga controversia con i detentori, grazie agli indirizzi formulati dal Comitato per il recupero e la restituzione dei beni culturali e alla collaborazione dell’Avvocatura generale dello Stato, la Direzione generale Archivi e la Direzione generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio hanno potuto portare a compimento un complesso iter amministrativo per acquisire allo Stato italiano l’opera. Il suo trasferimento è stato possibile grazie al personale della Sezione Antiquariato del Reparto Operativo TPC.

    La magistratura finanziaria detta Biccherna fu attiva dal XII secolo fino al 1786 nella Repubblica di Siena. I libri dei conti di questa amministrazione pubblica venivano rilegati utilizzando tavolette dipinte con scene religiose, civili e ritratti, che presero il nome stesso della magistratura venendo comunemente definiti Biccherne. Queste magistrature si rinnovavano ogni sei mesi ed era uso dei magistrati commissionare, al termine dell’incarico, la copertina lignea della raccolta degli atti prodotti durante l’esercizio della carica. Queste copertine potevano raffigurare, oltre agli stemmi, una scena, talvolta a tema sacro, o simbolico, o legato a un avvenimento di particolare rilievo accaduto durante il mandato. Le 105 tavolette, oggi esposte presso il Museo delle Biccherne, annesso all’Archivio di Stato di Siena, datano tra il 1258 e il 1682. Si tratta di una serie di eccezionale valore documentario sulla storia e sull’urbanistica cittadina, oltre a vantare un rilevante pregio artistico, dal momento che le coperte dipinte sono opera di pittori senesi, talvolta tra i maggiori. Con l’arrivo della Biccherna attribuita a Sano di Pietro, un nuovo prestigioso bene arricchisce questa straordinaria collezione.

    Opera attribuita a Sano di Pietro, Flagellazione di Cristo, tavola fondo oro c.d. “biccherna”, 42cm x 30,5cm x 2cm

     

    Informazioni sull’opera:

    Autore: Sano di Pietro.

    Titolo: Flagellazione di Cristo.

    Datazione: gennaio – giugno del 1441.

    Dati tecnici: dipinto a tempera e oro su tavola.

    Dimensioni: cm 42 (altezza) x cm 30,5 (larghezza) x cm 2 (spessore).

    Luogo di conservazione: Siena, Archivio di Stato, Museo delle Biccherne.

    Breve descrizione

    La tavoletta in questione, già attribuita al cosiddetto “Maestro dell’Osservanza” e oggi ritenuta opera giovanile dell’artista senese Sano di Pietro, venne realizzata fra gennaio e giugno del 1441. Rappresenta un episodio della passione di Cristo, la Flagellazione, ed è decorata nella parte inferiore con gli stemmi degli ufficiali in carica nella magistratura nel primo semestre 1441, nonché committenti del dipinto: il camerlengo Filippo di Pietro Del Gorgiera, gli esecutori Niccolò di Griffolo Incontri, Urbano Giovannelli, Antonio di Giacomo Del Golia, Giovanni di Andrea di Cino, lo scriptor Guccio Menghini e il notaio Ambrogio Bonelli (il cui stemma in basso a destra è parzialmente tagliato).

    La scena è densa di colori e di particolari: l’ampia sala vista in prospettiva di una fuga di stanze verso il fondo dorato, il pavimento segnato dalle tinte in vivace contrasto, di rosso, nero e bianco, le pareti di color rosa, il soffitto con le ampie volte a crociera, le pose plastiche dei due flagellatori, con il disporsi delle loro vesti dai colori incrociati (uno di faccia, barbuto, con la veste chiara e le calze scure, l’altro di schiena, con un copricapo chiaro, la veste scura con la gonnella pieghettata e i calzari a stivaletto chiari); al centro dell’intera composizione l’immagine del Cristo sofferente, legato alla colonna, seminudo, con il torso segnato dalle sferzate.

    Sul retro del supporto ligneo e nello spessore del lato sinistro si notano ancora i fori che servivano per ancorare la tavoletta dipinta al registro contabile delle entrate ed uscite della “Gabella” del Comune del primo semestre del 1441, del quale costituiva il piatto superiore della legatura, come attesta l’iscrizione a pennello in minuscola umanistica presente nella fascia inferiore.

     

    Notizie storico-critiche

    Si tratta di un dipinto proveniente dalla serie documentaria denominata Biccherne, serie che prende nome dalla magistratura finanziaria, attiva nella Repubblica di Siena dal secolo XII fino al 1786. I libri dei conti di questa amministrazione pubblica, datati tra il 1258 e il 1682, venivano rilegati utilizzando tavolette dipinte con scene religiose o civili e con ritratti.

    Questo Ufficio si rinnovava ogni sei mesi e, a partire dal 1257 fino alla metà del Quattrocento, divenne uso da parte dei magistrati far dipingere, al termine dell’incarico, la copertina lignea del libro relativo al periodo, in cui avevano ricoperto tale incarico, con stemmi e con scene a tema sacro o simbolico o legato a un avvenimento di particolare rilievo accaduto durante il singolo mandato. Dal Quattrocento in poi, constatato che il frequente uso dei registri danneggiava le copertine, si adoperarono piccoli quadri di legno a sé stanti, che venivano appesi alle pareti dell’ufficio.

    Si tratta di una serie di eccezionale valore documentario, fonte inesauribile di notizie relative alla storia del Comune di Siena, ma anche alla storia delle trasformazioni urbanistiche, del costume, alla realtà sociale, oltreché politica. Ogni copertina, che non può essere disgiunta dall’unità archivistica, di cui costituisce parte integrante, riveste interesse anche sotto il profilo storico artistico, atteso che le decorazioni vennero affidate a pittori senesi sempre di grande livello.