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    “Rikordami” al Teatro Manini di Narni

    5:24 am
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    NARNI – Il 5 febbraio, nell’ambito del programma predisposto dal Comune di Narni per la Giornata della Memoria, va in scena, alle ore 21 presso il Teatro Comunale Manini di Narni lo spettacolo teatrale “Rikordami”. Il lavoro, tratto da un testo di Antonio Fresa, portato in scena da Cristina Caldani e Massimo Manini, è il frutto anche di una collaborazione fra le compagnie teatrali Teatro Spazio Fabbrica e Piccoli Trasporti Teatrali.

    Lo spettacolo intende essere un’occasione per riflettere sulle tragiche vicende della Shoah e sul dovere di innescare quella che l’autore definisce come “memoria della memoria”.

    E’ evidente che, per motivi anagrafici, i sopravvissuti al “male assoluto” dei campi di concentramento stanno scomparendo ed è, quindi, ancora più forte il dovere civile della memoria delle loro storie e delle loro sofferenze.

    La vicenda è incentrata sulla complessa relazione fra una sorella e un fratello di una famiglia ebrea che vede sconvolta la propria pacifica esistenza. Con un’accurata messa in scena, ci viene narrata l’evoluzione della loro storia e del loro rapporto. Lo spettacolo è andato in scena a Spoleto, Lugnano, Foligno e in precedenza a Massa Martana e Viterbo.

    Lo spettacolo è gratuito come tutti gli altri eventi previsti per la Giornata della Memoria nel programma predisposto dall’Amministrazione comunale. Per prenotare ci si può rivolgere al numero 0744747277.

     

    Dichiarazione dell’autore

    “Scrivere con modestia: come nasce un testo sulla memoria

    I testimoni diretti della Shoah stanno, per ovvi motivi anagrafici, scomparendo e non potremo più sentire la loro voce per mantenere viva la memoria di quello che è stato. Il loro racconto è legato alla loro vita e alla violenza della storia che hanno dovuto subire. Il nostro farci memoria della memoria è, invece, una scelta etica profonda e sentita per serbare con noi l’idea di un male assoluto che la storia ha saputo produrre; la nostra è una responsabilità profonda verso le loro vite e verso le nostre speranze di un futuro migliore; il nostro è un atto di solidarietà oltre il tempo che ci tiene legati gli uni agli altri per dirci ancora umani.

    Da questa visione è nato un testo che è poi divenuto una rappresentazione teatrale: un sommesso monito a fare i conti con il peso di una memoria che ci lega gli uni agli altri.

    Il testo che ho osato scrivere è il frutto di una lunga riflessione e di uno studio dei fatti che mi ha portato a farmi sempre più domande e ad avere sempre meno risposte. Ogni volta che ho avuto la presunzione di capire, mi sono reso conto che sapevo ben poco e che dovevo ascoltare il racconto di quelli che ci stavano ancora parlando. Adesso il nostro dovere e farci interpreti delle loro parole” Antonio Fresa.