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    Sipicciano: prossimi restauri alla Chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo e alla Cappella Baglioni

    5:49 am
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    GRAFFIGNANO – “Riflessioni per i restauri della Chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo e della Cappella Baglioni a Sipicciano” (nel comune di Graffignano). Questo il tema al centro di un incontro che si terrà proprio nel complesso dell’ex chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo. L’appuntamento è previsto per le ore 16:30 di giovedì 6 aprile prossimo.

    Dopo gli ultimi lavori di consolidamento del complesso, condotti circa venti anni addietro dal Comune, il Ministero della Cultura torna a finanziare due interventi finalizzati a perfezionare la messa in sicurezza della fabbrica e intraprendere i restauri necessari ad ultimare quanto fino ad oggi eseguito.

    Per la Soprintendenza interverranno: il soprintendente, arch. Margherita Eichberg, e la funzionaria storica dell’arte, dott.ssa Luisa Caporossi; il dott. Claudio Mancini e la dott.ssa Stefania Profili faranno luce sulle vicende storiche del complesso e sugli affreschi della cappella, mentre l’arch. Pietro Paolo Lateano, incaricato dalla Soprintendenza della progettazione degli interventi architettonici, illustrerà le risultanze delle analisi e degli approfondimenti conoscitivi, insieme alle relative prospettive operative che guideranno parte dei prossimi lavori.

    La Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria meridionale, in collaborazione con la Pro Loco di Sipicciano, è lieta pertanto di invitare tutta la Comunità Sipiccianese e chiunque fosse interessato a quest’evento, un momento dialettico concepito proprio per condividere questa prima fase dell’attuazione del finanziamento e aprire il dibattito anche a possibili spunti di riflessione esterni alla squadra che guiderà i lavori.

    Brevi cenni storici

    Ubicata nel cuore del borgo di Sipicciano, la chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo costituisce il principale luogo di culto del centro storico. Le prime notizie dell’abitato si riferiscono all’840, quando il fundo Sepiciano è menzionato tra i possedimenti assegnati all’abbazia di Farfa. Dopo essere stato per molti anni sotto il dominio di Viterbo, nel XIII secolo il castello passò ai Baglioni di Castel di Piero, che influenzarono la vita e le sorti del paese fino alla prima metà del XVII secolo.

    Sorta su strutture preesistenti addossate alla cinta fortificata dell’abitato, con il presbiterio rivolto verso la valle del Tevere, la chiesa, già citata nelle fonti agli inizi del XIV secolo, era collegata all’antico palazzo Baglioni per il tramite di un edificio oblungo che ancora oggi sormonta la porta di accesso all’abitato. All’interno della chiesa, in asse con il collegamento al palazzo, vi è la cappella di San Francesco, iuspatronato della famiglia Baglioni, edificata a partire dal 1581 all’interno di un edificio preesistente, forse una torre di guardia. Voluto da Alberto Baglioni, il sacello fu ultimato dai figli Federico e Pirro II tra gli anni ‘90 del Cinquecento e i primi anni del secolo successivo, quando fu collocata la pala d’altare raffigurante San Francesco che riceve le stimmate, opera di Durante Alberti da Borgo Sansepolcro (1601). La volta a padiglione e la trabeazione allora furono decorate con un ricco apparato di stucchi di scuola romana, mentre le pareti e i riquadri della volta vennero affrescati con scene della vita di San Francesco, opere che la storiografia più recente ha ricondotto al pittore romano Marzio Ganassini.

    Dopo decenni di rovina e abbandono, alla fine degli anni ‘60 del Novecento, grazie all’interessamento dell’allora parroco don Giacomo Franceschini, prima, e di don Fortunato Frezza, poi, il complesso, ormai ridotto ad un rudere, fu interessato dai primi interventi di recupero che ne segnarono la rinascita. Negli anni Ottanta fu la volta dei restauri del sacello, effettuati dalla Soprintendenza per i beni artistici del Lazio, a cui seguirono altri lavori svolti a più riprese dal Genio Civile e dal Comune, grazie anche al particolare interesse di alcuni Sipiccianesi e della Pro Loco.