Homepage ROMA & PROVINCIA Studenti dello Stendhal incontrano la ONG Bambini nel Deserto

    Studenti dello Stendhal incontrano la ONG Bambini nel Deserto

    5:24 am
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    CIVITAVECCHIA – Una serie di incontri sono stati organizzati, presso l’Istituto Stendhal, dalla professoressa Schioppa referente per l’Educazione Civica, per parlare dell’Agenda 2030 agli studenti partendo da situazioni concrete, storie vere di chi si è messo in gioco personalmente e ha conosciuto per esperienza diretta situazioni di estrema povertà. Così Luca Lotti, presidente dell’ONG Bambini nel Deserto e Rita Leorati, responsabile del gruppo di Cerveteri – Roma hanno incontrato le classi 4° e 5° dell’Alberghiero Cappannari e del Turistico Croce per raccontare i loro interventi in molti paesi Africani. I Bambini del Deserto sono nati nel 2000, con l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita dei bambini e delle loro comunità di appartenenza e in vent’anni di attività hanno realizzato oltre cinquecento progetti in dodici paesi. Molti di questi progetti sono partiti dall’osservazione che le vere motrici della vita dei villaggi dell’area sub sahariana orientale, dove la ONG opera principalmente, sono le donne. Sono loro che instancabilmente lavorano e organizzano la loro vita e quella dei loro figli.

    “Abbiamo così deciso, racconta Rita Leorati, di collaborare con loro per far crescere alcune attività economiche che potessero renderle autosufficienti”. Per molte famiglie infatti la difficoltà di accedere al prestito bancario a causa dell’inadeguatezza o della mancanza di garanzie reali non consente alle attività produttive di avviarsi e svilupparsi. “In vent’anni di attività mediamente solo il 18% è destinato al mantenimento di Bambini nel Deserto, il restante 82% è interamente impegnato nei progetti. Il microcredito rappresenta un modo per uscire dall’assistenzialismo puro e viene riconosciuto come uno strumento che stimola l’attività produttiva e la dignità delle persone” spiega il Presidente Lotti. “E’ importante per gli studenti sentire i racconti di chi opera direttamente sul campo. Alcune spiegazioni rischiano di essere troppo astratte, invece è necessario proporre degli esempi veri e credibili e fare avvicinare i giovani a realtà troppo diverse dalla loro vita quotidiana e far comprendere quindi l’importanza di queste iniziative” conclude la professoressa Schioppa.