Homepage ATTUALITÀ Tombaroli e non solo, “Traffico internazionale di Beni Archeologici”

    Tombaroli e non solo, “Traffico internazionale di Beni Archeologici”

    10:25 am
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    VITERBO – Ieri mattina presso il Centro per gli Studi Criminologici si è svolto il corso di formazione avente come tema “Traffico Internazionale di Beni Archeologici”. La collega giornalista e Archeologa Serena Epifani, con l’ausilio di slide, ha argomentato: “Purtroppo si tratta di un mercato fiorente su scala mondiale. Quando un tombarolo agisce sul terreno sta facendo una violazione. I reperti devono restare nel territorio dove sono stati prodotti, perché sono legati ad esso. Una grande razzia iniziò con i romani: l’esercito depredava i popoli vinti dei loro beni culturali per sistemarli all’interno dei templi; tali azioni erano considerate legittime (II sec. a.C.). Cicerone condannava questi comportamenti e Verre fu ricordato per essere stato il primo collezionista spregiudicato della storia. Dal medioevo i materiali furono rimpiegati, nell’età moderna con Napoleone molti beni vennero portati oltralpe, tanto che il papa inviò Canova in Francia per tentarne il recupero. Nel Novecento ricordiamo le numerose razzie promosse da Hitler che incaricò i soldati di depredare molti beni archeologici. Oggi il fenomeno è da leggere in chiave criminologica. Il nucleo del Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio culturale (C.C.T.P.) opera dal 1969 a contrasto del traffico di beni archeologici; sul sito internet (clicca e vedi) ci sono informazioni utili a riguardo.”