VITERBO – “Drylife il limite della vita microbica in comunità endolitiche dei deserti statunitensi” è il nuovo progetto del Dipartimento di Scienze Ecologiche e Biologiche dell’Università degli Studi della Tuscia. Il progetto ha ottenuto un finanziamento di oltre 260.000,00 euro nell’ambito delle azioni Marie Sklodowska – Curie, bandi a sostegno della formazione e dello sviluppo delle competenze e della carriera dei ricercatori all’interno del programma quadro Horizon Europe.
Nella ricerca, l’Università della Tuscia riveste il ruolo di coordinatore, sotto la guida della dottoressa Claudia Coleine, responsabile scientifico e della professoressa Laura Selbmann, avvalendosi della collaborazione dell’Università della California Riverside e del Consiglio superiore di investigazione scientifica – Istituto di Risorse naturali e agrobiologia.
La comunità scientifica internazionale da anni richiama l’attenzione sulla pericolosità dei cambiamenti climatici che stanno interessando l’intero pianeta. Il riscaldamento globale conduce a una rapida desertificazione e, Drylife, si pone l’obiettivo di identificare il limite della vita nei deserti degli Stati Uniti, dove è previsto, entro il 2100, un aumento di temperatura fino a 3°C.
In questo scenario drammatico, la scienza trova una speranza, nello studio delle comunità endolitiche, comunità microbiche incredibilmente resistenti, che si rifugiano all’interno del substrato roccioso per sopravvivere alle condizioni ambientali esterne più proibitive. Attraverso un approccio multi – ed interdisciplinare, Drylife fornirà nozioni fondamentali per prevedere gli effetti del cambiamento climatico, in particolare sulle zone aride americane, ma comunque applicabili in tutto il mondo.
Molteplici i possibili scenari che si apriranno di fronte ai risultati della ricerca. Innanzitutto, conoscere la fisiologia delle comunità microbiche adattate alle condizioni più estreme sul nostro pianeta, contribuirà a definire i limiti della vita sulla terra. Inoltre, questo progetto, fornirà anche la chiave per interpretare e ipotizzare la possibilità di vita extra-terrestre durante l’esplorazione di pianeti rocciosi come Marte.
Il progetto Drylife si rivolge a tutta la società umana, non solo alla comunità scientifica, informando sul cambiamento climatico ed i suoi effetti su zone del nostro pianeta già a rischio desertificazione, contribuendo alla diffusione di tematiche chiave dei programmi europei Horizon 2020 e Horizon Europe. Per questo motivo la divulgazione sarà un’attività di primaria importanza, ed avverrà soprattutto tramite i social media, Twitter e Facebook, in modo da raggiungere più persone possibile e creare un impatto immediato. Alla ricerca sarà dedicato un sito web aggiornato costantemente e saranno programmati workshops nei parchi naturali di campionamento e una serie di mostre fotografiche. Saranno redatti articoli di natura divulgativa pubblicati sulla prestigiosa rivista National Geographic e, sull’argomento, saranno proposti dei seminari di approfondimento all’interno delle iniziative annuali “Notti europee dei ricercatori” e “Settimana della Scienza”.
Saranno coinvolti anche gli studenti ai quali sarà proposto un Open Day, rivolto anche ai ricercatori e al personale docente dell’ateneo, per informare sui bandi Marie Skłodowska – Curie e, in quella sede, saranno condivisi i risultati del predetto progetto.