VITERBO – È terminato sabato 28 settembre l’11° International Symposium on Wild Fauna che si e tenuto nella prestigiosa cornice di S. M. in Gradi sede del Rettorato dell’Università degli Studi della Tuscia. Il simposio è stato organizzato dall’Università della Tuscia, Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali in collaborazione con il Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università Federico II di Napoli e dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana.
Il simposio è stato promosso dalla Wild Animals Vigilance Euromediterranean Society, una associazione che da alcuni decenni è impegnata nello sviluppo delle conoscenze sulla gestione della fauna selvatica, e delle problematiche sanitarie ad essa connesse, in un’ottica euromediterranea.
L’articolato programma scientifico, supportato da numerosi esperti nazionali ed internazionali provenienti da sei paresi europei, è stato seguito da oltre 150 partecipanti ed ha toccato molti ed attuali aspetti della conservazione, della gestione delle specie problematiche, come il cinghiale ed altri ungulati, a quelle aliene alle nostre aree. Tra questi particolare attenzione è stata dedicata al cinghiale ed alle interazioni con le colture ma anche quale problema per il traffico veicolare. Molti gli studi presentati sul lupo e la sua presenza sempre più vicino alle aree antropizzate ed urbane.
Una intera giornata è stata riservata alle malattie della fauna, ed in particolare quelle trasmissibili all’uomo ed agli animali domestici, inclusi i cani che intervengono durante l’attività venatoria.
Approfondimenti interessanti sulla peste suina, che sta flagellando in Nord Europa e potrebbe arrivare in Italia. Non secondaria la epidemiologia della influenza aviare che viene monitorata e tenuta sotto controllo. Una sessione è invece dedicata alla qualità igienico sanitaria dei prodotti derivati dalla fauna selvatica che da prodotto di nicchia si stanno espandendo anche alla grande distribuzione. Il programma è stato chiuso con una vista tecnica alla Tenuta Presidenziale di Castelporziano all’avanguardia per la conservazione e gestione della fauna.
Il professor Andrea Amici, Presidente del comitato organizzatore, sottolinea gli studi su coturnice e beccaccia, oggetto di monitoraggi e di avveniristici progetti di conservazione ex-situ in collaborazione con il Parco nazionale dei Monti Sibillini e la Regione Umbria.
Di estremo interesse la sessione sulla gestione degli ungulati, cinghiale ma anche capriolo e cervo, che affronta le interazioni con le attività agricole e la viabilità. Non secondaria la interazione con le aree urbane diventata ormai un problema di molti centri abitati italiani e non solo.
Strettamente connessa a quest’ultima la sessione sul prelievo venatorio che vede la fauna come una risorsa ma anche un grave problema nelle aree protette dove dovrebbe prevalere la conservazione delle specie autoctone.