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    L’arte di Bonaria Manca

    5:58 am
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    TUSCANIA (VT) – Siamo andate in visita alla Casa Museo di Bonaria Manca, edificio immerso nel verde e nella quiete della campagna di Tuscania. Al nostro arrivo siamo state accolte dalla nipote Paola che ci ha argomentato alcune delle principali vicende biografiche e artistiche che fanno di Bonaria una grande pittrice, la cui arte è considerata da molti Naif.

    Classe 1925 nasce ad Orune, in provincia di Nuoro, dall’unione di Paolo Manca e Speranza Cossu. Lei è dodicesima di tredici figli e, tra questi, solo nove arrivano all’età adulta. Vive in un ambiente pastorale, impara ben presto a cucinare, lavorare nell’orto, guidare i buoi e l’arte del ricamo tanto da realizzare interessanti capi d’abbigliamento. Nel 1956 parte da Orune per raggiungere “il continente” e stabilirsi a circa 2km e mezzo da Tuscania continuando una vita agricola e pastorale. Nel 1968 si sposa e il marito l’abbandona nel 1980. Dopo questo fatto che le reca sofferenze e solitudine, comprende che nell’arte riesce a esternare la sua personalità. Inizia a dipingere nel 1981, all’età di 55 anni, e da quel momento la sua vena artistica emerge incontrastata: è libera di esprimere le sue sensazioni e quello che ha dentro. Spesso dipinge se stessa indossando una corona di fiori, lei unica regina nel suo mondo fatto d’arte.

    Nei suoi dipinti a olio sono presenti luoghi che ha realmente visitato e paesaggi naturali che acquisiscono il valore di memorie della giovinezza a Orune e un mondo protetto e rassicurante. Il suo amore per i fiori e la natura emerge nei dipinti, perché lei autodidatta con semplicità e candore ha realizzato oltre 1000 opere che si muovono su tre filoni: l’adolescenza a Orune e la vita pastorale; religione cristiana e divinità arcaiche connesse con la natura; viaggi ed esperienze in Italia e all’estero. Temi presenti all’interno della Casa Museo con pareti e soffitti che narrano con semplicità la sua vita, gli affetti famigliari, divinità e animali totem sia della preistoria che etruschi. A tal proposito, Bonaria realizza anche dei mosaici e, dalle pietre autoctone, lei vede le divinità del luogo; alcune di queste opere sono in restauro presso l’Università degli Studi della Tuscia. Riguardo alla religione cristiana realizza immagini della natività, processioni devozionali, la passione di Cristo, la deposizione e alcuni passi biblici.

    Nel 1983 allestisce la sua prima mostra a Roma e, negli anni a seguire, ne realizza anche fuori dai confini nazionali: Francia, Svizzera, Olanda, Belgio e Grecia. Nel 2000 partecipa a Salonicco alla mostra internazionale “Donne creatrici nel mondo” e viene nominata ambasciatrice dell’Unesco.

    Nel 2004 viene effettuato un documentario biografico dal titolo La sérénité sans carburant della regista francese Marie Famulicki; nel 2014 è stato pubblicato il libro Bonaria Manca. Rinascere ogni giorno a cura di Pavel Konečný e Roberta Trapani. Nel 2015 il Ministero dei Beni Culturali decreta lo Studio d’artista della pittrice Bonaria Manca di interesse e sottoposto alle disposizioni di tutela. Tanti sono i premi e riconoscimenti ricevuti, tra cui il prestigioso premio internazionale “Standout Woman Award 2016”, perché ritenuta la più grande artista donna di arte primitiva vivente.

    Foto di Manola Solfanelli